LA BADIA
Il complesso monumentale di Badia fu fondato, nel 1120, da
Pietro abate del convento di La Ferté, della diocesi di Chalons
su Saone, e fu la prima comunità cistercense al di fuori del territorio
francese. E' risaputo che le comunità cistercensi non costituivano
soltanto luoghi di preghiera, ma attraverso il lavoro agricolo e
l’applicazione delle varie tecniche a loro conosciute, realizzavano
centri che contribuivano allo sviluppo economico del territorio
e contemporaneamente lo connotavano fortemente dal punto di vista
fisico.
I segni di queste trasformazioni cistercensi sono evidenti:
la piana, dominata al centro dall’Abbazia, oggi prato, era allora
intensamente coltivata, lo si può notare dall'andamento dei vari
prati, modellati a schiena d'asino per far defluire le acue meteoriche;
ai margini delle aree coltivate, le zone destinate a pascolo, che
tendono ormai a confondersi col bosco circostante, a causa dell’avanzare
del cespugliato; il bosco, oggi in gran parte abbandonato, forniva
il legno necessario alle attività agricole.Anche l'Abbazia, quantunque
sia rimasta integra nei suoi elementi essenziali -chiesa, convento,
chiostro, refettorio, edifici agricoli - denota le profonde trasformazioni
strutturali succedutisi nel tempo. L'Abbazia è costituita, a nord,
dalla chiesa, con l’asse principale orientato da ovest ad est; ortogonale
a questo edificio, sul lato est, si trova l’edificio conventuale,
da cui si diparte il volume già destinato a refettorio; nel complesso,
chiesa, convento e refettorio racchiudono i tre lati del chiostro;
sul quarto lato, e nelle immediate adiacenze, altri volumi destinati
ad uso agricolo.
PONTE ROMANICO
E' un monumento che potremmo associare al vicino complesso
della Badia.
Di epoca romanica, è stato restaurato 7/8 anni fa con l'apporto
determinante del Comune di Tiglieto.
Per raggiungerlo basta seguire la strada provinciale che collega
Tiglieto con Urbe-Sassello.
Poco prima di arrivare al bivio per la Badia, percorrendo
il ponte in cemento armato sull'Orba, alla nostra destra possiamo
già ammirarlo. Si presenta interamente in pietra di serpentino,con
una struttura possente e con cinque arcate di cui quella centrale
è la più grossa (è alta circa 20 metri). Noi consigliamo di lasciare
l'auto dove la si lascia anche per visitare la Badia e di ripercorrere
a piedi la strada provinciale verso Tiglieto.
Attraversato il ponte della provinciale, sulla sinistra c'è
una strada sterrata. Imboccando questa strada, facilmente riconoscibile
anche per il segnavia apposto dalla F.I.E. (Federazione Italiana
Escursionisti) costituito da un cerchio giallo barrato orizzontalmente,
dopo circa 100 metri ci troviamo di fronte al maestoso rovere che
si trova all'imboccatura del ponte. Il ponte è tutto lastricato
in pietra. Attarversato il ponte , sull'altra sponda si trova un
cippo con una scritta: Anno a partu Virginis MDCLXVII. Molti ritengono
che il 1667 non sia la data della edificazione ma piuttosto quella
del suo ripristino.
LA
CROCETTA
Il giusto titolo della pagina dovrebbe essere la Crocetta
e il Monte Calvo. La Crocetta è il passo a 636 m.s.l.m. che si percorre
normalmente in auto visto che è posto sulla provinciale Rossiglione-Tiglieto,
mentre il Monte Calvo con i suoi 740 m. s.l.m. è il punto panoramico
per eccellenza e si può raggiungere solo a piedi.
Sulla vetta del Monte Calvo è stata posata una croce di ferro
alta circa 2,5 metri.
La pietra ai piedi ella croce riporta i simboli dei diversi
segnavia dei sentieri segnati dalla F.I.E.
Dal Monte Calvo si gode un panorama completo:
ad Est, il Monte Dente e la strada panoramica delle Vasche;
a Nord, la Valle Gargassa e la strada panoramica delle Ciazze che
scende verso Rossiglione;
ad Ovest, le colline dell'Ovadese con la Costa d'Ovada e Tagliolo
Monferrato; a Sud, Tiglieto, la Valle dell'Orba, la Piana della
Badia, Il Monte Beigua.
CHIESA PARROCCHIALE
E' intitolata a San Bernardo e alla Madonna Assunta.Venne
ultimata nel 1934. E' in pietra locale a faccia vista tranne che
per ciò che concerne la canonica che è sempre stata realizzata in
pietra ma intonacata e con infissi esterni finiti con persiane alla
genovese. Il parrocco Don Carlo Pastorino oltre a celebrare la SS.
Messa alle ore 8.00 e 11.30 nei giorni festivi, celebra anche la
SS. Messa durante i giorni festivi alla Cappella dell'Acquabuona
alle ore 9.30.
Per raggiungere la chiesa parrocchiale occorre, giunti in
paese, prendere il bivio per Acquabianca e dopo aver percorso circa
200 metri ci si trova dinnanzi alla facciata principale che ricorda,
come stile architettonico, la Badia.

L'interno è diviso in tre navate. Nelle due navate laterali
sono collocati gli altari dedicati alla Madonna di Lourdes, al Sacro
Cuore di Gesù, alla Santa Croce e a San Bernardo.
La chiesa è caratterizzata dagli affreschi di Dalle Ceste:
il primo, nella volta del presbiterio raffigura l'Assunzione di
Maria in cielo tra quattro Santi, Pietro, Paolo, Bernardo e Francesco;
il secondo, nell'abside, raffigura la Passione di Cristo (nella
foto qui a lato).
Per arredare la chiesa, vennero prelevati tutti gli arredi
dalla Badia. I due antichi confessionali in legno sono una delle
più evidenti testimonianze di questo "trasloco".
Anche l'altare maggiore, realizzato con stupendi marmi policromi
e sormontato dalla statua dell'Assunta, di scuola genovese del Settecento,
proviene dalla Badia.
ACQUABUONA
La prima edificazione della Cappella di Acquabuona risale
intorno al 1700. Una testimonianza la si trova nel registro delle
visite pastorali dei Vescovi: il 5 settembre 1699 l'allora vescovo,
mons. Guido Gozzano relaziona:"Vi è la chiesetta campestre di San
Gottardo, lontana circa un miglio dall'Abbazia. Ben provvista di
tutte le cose necessarie sia per l'altare che per la celebrazione
della S.Messa". Altre relazioni citano la Cappella: la visita di
mon. Marucchi del 29 agosto 1752, la relazione del parrocco Don
Bottero del 22 maggio 1872 sino ad arrivare alla relazione di Don
Domenico Forti del 18 settembre 1892: "Vi sono due chiesette campestri:
una in Acquabuona sotto il titolo di San Gottardo, proprietà del
dott. Giulio Zunini e una in località Vrigna dedicata a N.S. della
Guardia. La famiglia Zunini, oltre alla copia di locazione perpetua
del 6 luglio 1677 e atto notarile del Notaro Francesco Badano di
Sassello in data 17/1/1834, possiede pure un Rescritto Pontificio
che concede la celebrazione della Messa Solenne di San Gottardo,
in data 14/8/1869 e un Breve Pontificio, data 26/8/1825, circa la
autenticità della Reliquia di San Gottardo. Il dott. Pier Giulio
Zunini ma ha fatto dono di un piccolo libriccino: Ristretto della
Vita di San Gottardo,Vescovo stampato ad Oneglia nel 1855 e dedicato
Al Signor Pier Francesco Zunini che il culto di San Gottardo in
Acqua-buona con operosa devozione promuove sostiene ingrandisce."